Il peggior cuoco italiano al mondo. Intervista e fenomenologia di Chef Ruffi

Ragù con ketchup e glutammato pronto "fresco" in 3 minuti. Pasta mai cotta al momento ma sempre "tenuta in caldo" in acqua tiepida per poi essere saltata in padella con l'immancabile aggiunta di panna. E ovviamente l'arancino di riso, senza riso. Però le sue ricette della "tradizione" italiana sbancano su Facebook.


Per certi versi è la domanda che ci facciamo anche noi, editori e comunicatori del vino e del cibo: come fare a ricavarsi il proprio spazio nel mondo delle videoricette visto che questo mondo è a dir poco affollato e pieno di contendenti che hanno molti più mezzi di te, molti più soldi di te, set migliori dei tuoi e attrezzature costosissime che non ti puoi permettere? E come riuscire a ottenere visibilità sui motori di ricerca o sui social media proponendo l'ennesima ricetta della carbonara in mezzo a mille altre ricette di carbonara tutte impeccabili, firmate, accattivanti? Come essere migliori degli altri? Come essere più belli e smart? La persona o il gruppo di persone che sta dietro all'operazione Chef Ruffi deve essersi posto la stessa domanda e la risposta è stata spiazzante: facciamo ricette brutte, sgradevoli, sgraziate, odiose e sbagliate. E il "successo" sarà assicurato. La storia dice che è andata proprio così...

Chef Ruffi

Chef Ruffi è il caso gastronomico italiano (se così vogliamo dire) dell'estate. Non sappiamo da dove viene, non sappiamo quanto durerà, sappiamo solo che oggi Ruffi è l'unico "chef" sui social media a generare più coinvolgimento e interazioni di Massimo Bottura o di René Redzepi. Gli ingredienti sono semplici (e tutti di scadente qualità) e il risultato è univoco in ognuna delle videoricette fino ad oggi pubblicate sul profilo Facebook: zozzerie irraccontabili, probabilmente velenose e tossiche. Sicuramente illegali.

Il set

Il set è sempre lo stesso: siamo in una cucina di un ristorante. Questo è abbastanza incontrovertibile. Siamo probabilmente nel Regno Unito o in Irlanda. Gli attori immancabili di questa tragicommedia aiutano a generare riconoscibilità e family feeling: i guanti azzurri di lattice da lavapiatti (a simboleggiare il like di Facebook nel linguaggio in codice ruffiano?), il dialetto (probabilmente campano) da emigrante anni Cinquanta di un uomo che parrebbe in realtà molto giovane ma che non si vede mai in volto, attrezzatura sciatta o improbabile, ingredienti da film dell'orrore, uno stile di ripresa volutamente raffazzonato, con lo smart phone tenuto dritto, niente montaggio, niente cura delle luci. Questo è quanto. E poi giù a bestemmiare i capisaldi della grande cucina tradizionale del dopoguerra, che dopo la macchina e la mamma per gli italiani non c'è nulla di più sacro e intoccabile: carbonara, arancino, ragù, cacio e pepe, tiramisù...

Continua qui


Improponibili tagliatelle al pesto secondo Chef Ruffi (video)

(...) Solo perché sto diventando chef VIP la gelosia nei mie confronti sta cavalcando tutti i limiti !!!! Io sono io ,non sono gli altri! (...)

Tutte le video-ricette


Commenti